Come ottenere dal datore di lavoro il reinserimento se sei divenuto "disabile" a causa del lavoro

26.10.2020
Licenziamento e Salute

Da quando hai avuto quell’incidente sul lavoro non sei più lo stesso, sei a casa ormai da mesi a causa di quel maledetto problema ed ora ti affatichi con molta facilità. Non sai quando potrai tornare in fabbrica, ma hai davvero paura che quando ritornerai il medico del lavoro ti dirà che non sei più fatto per quel lavoro faticoso che svolgevi prima, perché ogni volta che sollevi un oggetto un po’ più pesante di una bottiglia di latte cominci ad avere delle fitte alla schiena. E quando accadrà e ti arriverà il licenziamento per inidoneità alla mansione già penserai che non potrai farci nulla e non potrai neppure arrabbiarti con il datore di lavoro, anche tu al suo posto ti saresti comportato nello stesso modo. Al tempo stesso però ti fa un po’ rabbia pensare che dopo aver dedicato una vita al lavoro ed esserti “rotto” proprio a causa del lavoro ora non sei più utile a nessuno e verrai messo da parte.

Vorresti che non fosse così? Vorresti trovare un piano  dopo l’infortunio o la malattia professionale che ti permetta di conservare il tuo posto di lavoro? Forse non tutto è perduto e nelle prossime righe proveremo con dovizia di particolari a spiegarti che esistono, grazie ad Inail, delle possibili soluzioni.

Allora ritaglia qualche minuto di tempo libero per te, e leggi attentamente quanto vogliamo illustrati, magari al termine della lettura sarai un po’ meno rassegnato e potrai tu stesso provare a proporre al datore di lavoro delle soluzioni ragionevoli per “salvare” il tuo posto. Buona lettura.

 

Quali lavoratori possono chiedere il reinserimento lavorativo?

La Legge di stabilità 2015 (l. 190 del 23 dicembre2014, all’articolo 1, comma166) attribuisce all’Inail competenze in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa delle persone con "disabilità da lavoro" e stabilisce che l’Istituto stesso si faccia carico degli oneri derivanti dagli accomodamenti.

Potrai chiedere di avvalerti delle misure di reinserimento lavorativo, per conservare il tuo posto lavoro se:

  • C’è un giudizio del medico competente o del Servizio di prevenzione dell’ASL, che ti dichiara inidoneo alla mansione: totalmente o parzialmente, temporaneamente o in modo permanente.

In che cosa consiste il reinserimento lavorativo?

Il reinserimento lavorativo consiste nella adozione di quelle misure che ti consentono, anche dopo il sinistro, lo svolgimento della mansione che svolgevi in precedenza.

Sono previste le seguenti tipologie di intervento:

  • superamento e abbattimento di barriere architettoniche nei luoghi di lavoro (inserimento di rampe, adeguamento dei percorsi orizzontali, modifica del locale ascensore, dei servizi igienici,ecc.). In questo caso l’Inail finanzia al datore di lavoro il 100% delle spese sostenute entro il massimale di 135.000 euro.
  • adeguamento e adattamento delle postazioni di lavoro (arredi, strumenti, ausili, strumenti di interfaccia macchina-utente,veicoli costituenti strumenti di lavoro, ecc.). In questo caso l’Inail finanzia al datore di lavoro il 100% delle spese sostenute entro il massimale di 135.000 euro.
  • formazione (addestramento all’utilizzo delle postazioni, tutoraggio per assicurare lo svolgimento della stessa mansione o la riqualificazione professionale funzionale all’adibizione ad altra mansione, ecc.). In questo caso l’Inail finanzia al datore di lavoro il 60% delle spese sostenute entro il massimale di 15.000 euro.

Ad esempio, se svolgevi il tuo compito di assemblatore di prodotti industriali sollevando prima manualmente il carico da assembleare, un intervento utile potrebbe essere l’acquisto di una macchina che permetta di sollevare meccanicamente il carico. Oppure  se in azienda esiste un’altra mansione compatibile con la tua idoneità fisica ora il datore di lavoro può formarti per la nuova mansione in parte a spese dell’Inail e così puoi imparare a svolgere una nuova mansione, conservando il tuo lavoro.

La Legge di bilancio 2019 prevede inoltre nuove misure di sostegno al reinserimento e all’integrazione lavorativa:

  • rimborso     del 60% della retribuzione alla persona con disabilità nel periodo tra la data di manifestazione della volontà di attivare il progetto di reinserimento e fino alla realizzazione degli interventi in esso individuati per un periodo massimo di un anno;
  • finanziamento     dell’assegno di ricollocazione: dal 01/01/2019, l’INAIL concorre al finanziamento dell’assegno di ricollocazione rilasciato alle persone con     disabilità da lavoro in cerca di occupazione;
  • finanziamento     di progetti di formazione e informazione: le associazioni datoriali e dei lavoratori, i Patronati, gli enti bilaterali e le associazioni senza scopo di lucro possono presentare all’INAIL progetti di formazione e informazione rivolti ai datori di lavoro e ai lavoratori in materia di reinserimento e di integrazione lavorativa finanziati dall’Istituto.

Chi può attivare il progetto di reinserimento?

  • datore di lavoro: che manifesta disponibilità a collaborare;
  • Il lavoratore: con richiesta formale all’Inail di avviare un progetto;
  • Inail: sollecitando e stimolando il datore di lavoro a partecipare al progetto.

Sia il datore di lavoro che il lavoratore devono condividere l’eventuale futuro progetto di reinserimento gestito da una equipe multidisciplinare e finanziato dall’Inail. È prevista anche la possibilità per il lavoratore di far pervenire all’Inail una propria segnalazione, nella quale egli rende manifesta all’Istituto la propria difficoltà a riprendere l’attività lavorativa dopo l’infortunio o la malattia professionale, senza che tale attività sia “accomodata” con qualche ausilio di tipo tecnico. Tale manifestazione di interesse può essere inviata all’Istituto assicuratore tramite i Patronati.

Certo, se Inail elabora un progetto finanziabile idoneo a salvare la tua mansione, ma poi il datore di lavoro rifiuta l’intervento e ti licenzia, questa circostanza può sicuramente essere da te valorizzata per contestare in sede giudiziaria il licenziamento per inidoneità alla mansione.

Chi deve realizzare il progetto di reinserimento elaborato da Inail?

Il datore di lavoro

 

Ora, che hai letto questo articolo sai che anche dopo quel problema di salute che ti rende difficile ritornare a svolgere la stessa mansione, potrai rivolgerti ad Inail, anche tramite un Patronato, per sollecitare il tuo datore di lavoro ad attivare il progetto di reinserimento, se nonostante i tuoi sforzi vieni ugualmente licenziato per inidoneità alla mansione, ricordati che il licenziamento può essere sempre contestato davanti al Giudice.

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